CTS Bologna

Cosa è la CAA

Con l’espressione Comunicazione Aumentativa e Alternativa, da cui l’acronimo CAA, si indica un insieme di strategie, tecniche e tecnologie utilizzate per semplificare e favorire la comunicazione nelle persone che evidenziano difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, in particolare la scrittura e il linguaggio orale. Questo tipo di comunicazione viene denominata “Aumentativa”, in quanto non si sostituisce in toto alle potenzialità e possibilità comunicative del soggetto, ma le integra, fornendo, nel contempo, indicazioni e suggerimenti per come potenziarle ed incrementarle attraverso il ricorso alle vocalizzazioni, ai gesti e ai segni. Viene poi denominata “Alternativa”, in quanto impiega strategie e tecniche differenti, appunto alternative, rispetto al linguaggio parlato e scritto.

La CAA, come detto, non si propone di sostituire il linguaggio verbale, ma, al contrario, proprio perché “aumentativa”, prevede l’intervento simultaneo di un medium o di uno strumento alternativo insieme al linguaggio orale standard, che accompagna il simbolo mediante il rinforzo da parte del partner comunicativo che pronuncia ad alta voce.

 

Il simbolo grafico diventa quindi, nella CAA, un fondamentale strumento di potenziamento dello stimolo verbale orale in entrata, e, qualora sussistano le possibilità, accompagna e non inibisce la produzione verbale in uscita.

I simboli della CAA, i “pittogrammi” che essa utilizza, costituiscono stimoli visivi con l’importante ruolo di facilitatori nell’attivazione e indirizzamento dell’attenzione e sono potenti strumenti per creare uno spazio comune per la comunicazione. […]

I sistemi simbolici che appartengono alla CAA rappresentano, si è visto, un codice comunicativo che affonda le sue radici nel bisogno primario di relazionalità che caratterizza l’essere umano. Questi, per svilupparsi compiutamente nel limite delle proprie possibilità, ha bisogno di essere parte negli scambi comunicativi. La funzione principale della CAA è quella di mettere in condizione la persona di entrare in relazione con il contesto che la circonda, permettendole di scegliere, esprimere i propri bisogni, desideri ed essere protagonista della propria vita, sempre nella misura del possibile.

I “pittogrammi” CAA, oltre a comunicare pensieri ed emozioni in maniera immediata, sono generalmente caratterizzati da una approfondita ricerca grafica che li rende più facilmente accessibili e fruibili per i ragazzi con bisogni comunicativi particolari e complessi. 

 

Da: Stefano Versari, La Comunicazione Aumentativa Alternativa: il potere della narrazione, in Studi e Documenti n.32/2021 – La Comunicazione Aumentativa Alternativa http://bo.cts.istruzioneer.it/2021/04/08/studi-e-documenti-n-32-la-comunicazione-aumentativa-alternativa/

 

 

CAA – Brevi cenni storici

La Comunicazione Aumentativa Alternativa nasce nel Nord America tra la fine degli anni ‘50 e ‘70 grazie ad un movimento culturale che poneva attenzione alla disabilità e ai bisogni comunicativi delle persone disabili. In quegli anni, il progresso scientifico attraverso le cure mediche e riabilitative, aveva portato ad un aumento di neonati sopravvissuti a parti prematuri e di adulti sopravvissuti a ictus, traumi e malattie. Molti di loro presentavano situazioni di grave disabilità motoria e difficoltà a comunicare attraverso il linguaggio orale. In quel contesto alcuni riabilitatori iniziarono a suggerire modi aumentativi per favorire la comunicazione e iniziarono a diffondere i risultati di queste esperienze.

A Jowa City, dal 1964 al 1974, venne condotto un primo programma di CAA rivolto a bambini con Paralisi Cerebrale Infantile. Contemporaneamente accresceva l’idea che la tecnologia potesse aiutare, aggirare la disabilità comunicativa e si iniziava ad utilizzare macchine da scrivere adattate.

Nel 1971, utilizzando i simboli grafici che Charles Bliss aveva inventato, Shirley Mac Naughton, con un gruppo di colleghi, avviò a Toronto – Canada – presso l’Ontario Crippled Children Center un progetto di ricerca. I simboli BLISS basati sul significato e non sulla fonetica, vennero diffusi rapidamente in tutto il mondo e i risultati furono entusiasmanti.

Nel 1980 e nel 1982 si svolgono a Toronto la prima e la seconda conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale. Nel 1983 a Toronto nasce l’ISAAC (International Society for Augmentative and Alternative Communication). Inizia così lo sviluppo nel mondo della CAA.

ISAAC-ITALY23 nasce come onlus nel 2002; il Chapter (sezione) italiano di ISAAC, raduna in Italia le persone interessate e coinvolte negli interventi di CAA. Ogni due anni organizza una conferenza nazionale, luogo di scambio e confronto sulle conoscenze ed esperienze di CAA in Italia. 

La comunicazione: bisogno primario e diritto riconosciuto a livello internazionale

Comunicare è un bisogno primario, per svilupparsi e crescere una persona ha bisogno di essere parte attiva in scambi comunicativi. […]

A livello internazionale è stato riconosciuto da lungo tempo il diritto alla comunicazione e la sua articolazione in molteplici aspetti.

Nel 1992 negli Stati Uniti, il National Joint Committee for the Communication Needs of Persons with Severe Disabilities ha messo a punto delle linee guida per lo sviluppo del livello di comunicazione di e con le persone con disabilità gravi e la Carta dei diritti della Comunicazione.  

Il 13 dicembre 2006 è stata approvata la Convenzione O.N.U. sui diritti delle Persone con disabilità, che è stata ratificata il 24 febbraio 2009 dal Parlamento italiano ed è diventata Legge dello Stato.

Il 23 dicembre 2010 anche l’Unione Europea ha ratificato la Convenzione. All’Articolo 2 troviamo la definizione di Comunicazione:

Comunicazione comprende lingue, visualizzazioni di testi, Braille, comunicazione tattile, stampa a grandi caratteri, le fonti multimediali accessibili così come scritti, audio, linguaggio semplice, il lettore umano, le modalità, i mezzi ed i formati comunicativi alternativi e accrescitivi, comprese le tecnologie accessibili della comunicazione e dell’informazione”.

L’Articolo 9 è relativo all’accessibilità: cita il diritto a ricevere e disporre dei propri ausili necessari alla comunicazione in ogni momento e ambiente di vita, proprio per garantire la piena partecipazione della persona con disabilità.

Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, gli Stati Parti devono prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità, su base di eguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico, sia nelle aree urbane che nelle aree rurali […]”.

L’Articolo 21 si concentra su Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione: gli Stati dovranno prendere provvedimenti “per assicurare che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, compresa la libertà di cercare, ricevere ed impartire informazioni e idee su base di eguaglianza con altri e attraverso ogni forma di comunicazione di loro scelta, come definito all’Articolo 2 della presente convenzione”.

Viene quindi riconosciuto il diritto della persona ad accedere alla comunicazione nella maniera più ampia possibile per poter partecipare a pieno titolo alla società civile.

Se comunico, posso intervenire ed incidere sulla mia realtà personale e sociale e su ogni aspetto della vita su cui io intenda farlo. 

Mettere in grado una persona di accedere alla comunicazione significa renderla parte attiva nella propria vita, realmente partecipe e protagonista, cercando di sviluppare a pieno il potenziale comunicativo. 

Questa cornice viene proposta/ripresa anche da ISAAC Italy nel suo documento Principi e pratiche in CAA (2017), a cura del comitato scientifico, pubblicato nella sezione Documenti ufficiali sul suo sito (…). ISAAC Italy è il Chapter (Sezione) Italiano dell’International Society for Augmentative and Alternative Communication (ISAAC), associazione che intende promuovere la CAA e divulgare le conoscenze ad essa relative. 

 

CAA – Sfida pedagogica

Date le premesse rispetto alla comunicazione, le sue forme e le sue modalità, ed essendo la comunicazione al centro del nostro agire educativo/professionale, la sfida da accogliere come docenti è quella della ricerca continua di modalità più efficaci che permettano la comunicazione a tutti, anche lì dove i codici convenzionali non sono accessibili.

Seppure concetto consolidato e condiviso, crediamo occorra ribadire che ciascuno ha diritto di esprimere i propri bisogni, le proprie potenzialità e i propri talenti, nella ricerca del massimo sviluppo personale.

Questa prospettiva presuppone la responsabilità professionale, il rispetto dell’identità dell’altro e il darsi pedagogico. 

Anche nella Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, ONU 2006, all’Art. 3 vengono individuati i principi di rispetto, non discriminazione, partecipazione attiva, accessibilità, valorizzazione delle potenzialità di ciascuno e pari opportunità.

Partendo dal presupposto, illustrato nei paragrafi precedenti, che il non possedere il linguaggio non vuol dire non pensare e certi che ciascuno abbia qualcosa da raccontare, occorre sostenere diversi canali comunicativi, gestuali, mimici, prassici. Occorre lavorare per sviluppare la funzione simbolica, valorizzare l’intenzionalità comunicativa e sostenere il desiderio di comunicare e quindi la motivazione alla comunicazione. In una logica di attenzione e di ascolto occorre creare opportunità di comunicazione, rispondere a tutti i tentativi comunicativi, in ogni loro forma possibile e incoraggiare, sostenere questi sforzi. 

In sintesi: per un corretto approccio alla CAA occorre identificare il sistema di comunicazione della persona per la quale stiamo preparando un intervento, partire dalle abilità presenti per individuare strategie, strumenti, tenendo conto di tutti gli elementi di contesto, così come proposto in campo internazionale dal Modello basato sulla partecipazione, che dichiara accessibile a chiunque un intervento efficace con la CAA “a patto che ci siano reali opportunità comunicative e di partecipazione nei diversi contesti di vita” (Buckelman, Mirenda) 

da: La Comunicazione Aumentativa Alternativa: riflessioni per un utilizzo nella scuola di Grazia Mazzocchi, Emanuela Tedeschi, Lorenza Bonzi, Francesco Valentini, Vincenzo Gramegna in Studi e Documenti n.32/2021 – La Comunicazione Aumentativa Alternativa http://bo.cts.istruzioneer.it/2021/04/08/studi-e-documenti-n-32-la-comunicazione-aumentativa-alternativa/

 

Per la pubblicazione completa:

Sul sito dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna è disponibile il monografico della rivista online “Studi & Documenti” n.32/2021

Studi e Documenti n.32/2021 – La Comunicazione Aumentativa Alternativa

http://bo.cts.istruzioneer.it/2021/04/08/studi-e-documenti-n-32-la-comunicazione-aumentativa-alternativa/